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Cultura

Agrigento incoronata Capitale d’Italia della Cultura 2025

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Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025.

La città siciliana di Agrigento, famosa per il suo ricco patrimonio archeologico, sarà la Capitale italiana della cultura nel 2025, ha annunciato venerdì a Roma il ministero della Cultura.

Le città preselezionate in lizza per il titolo 2025 hanno presentato le loro offerte a una giuria la scorsa settimana, con il candidato vincitore del prestigioso riconoscimento scelto dal ministro della cultura italiano Gennaro Sangiuliano.

Agrigento ha sbaragliato la concorrenza delle altre nove finaliste in lizza per l’ambito titolo: Aosta, Assisi, Astia, Bagnoregio, Monte S. Angelo, Orvieto, Pescina, Roccasecca e Spoleto.

Situata sulla costa meridionale della Sicilia, Agrigento è meglio conosciuta per la sua area archeologica, la Valle dei Templi, riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità Tangibile dal 1997.

Fondata come colonia greca nel VI secolo aC, Agrigento divenne una delle principali città del Mediterraneo.

L’area archeologica copre il vasto territorio dell’antica polis, dalla Rupe Atenea all’acropoli dell’originaria città antica, nonché al colle sacro su cui sorgono i principali templi dorici e fino alla necropoli extramurale.

All’inizio di quest’anno le città del nord Italia di Bergamo e Brescia hanno assunto lo status congiunto di Capitale della Cultura 2023 dopo che Procida, la piccola isola nel Golfo di Napoli, ha concluso il suo mandato come detentrice del titolo.

Le precedenti capitali italiane della cultura includono Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena nel 2015, Mantova nel 2016, Pistoia nel 2017 e Palermo nel 2018.

Il titolo italiano ha saltato un anno nel 2019 quando Matera, nella Basilicata meridionale, è diventata Capitale europea della cultura.

Nel 2020 è stata la volta di Parma a ricevere lo status di capitale italiana della cultura, con la città del nord Italia che ha mantenuto il titolo per un secondo anno per compensare gli effetti negativi dei blocchi covid.

Pesaro, sulla costa adriatica, sarà Capitale italiana della cultura 2024.

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Cultura

L’Italia apre il Museo Caruso a Napoli

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Napoli omaggia il tenore Caruso di un museo.

Il primo museo nazionale italiano dedicato al grande tenore Enrico Caruso ha aperto mercoledì a Napoli, 150 anni dopo la nascita della leggenda dell’opera nella città italiana.

Ospitato nel Palazzo Reale, il nuovo Museo Caruso contiene mostre multimediali tra cui registrazioni musicali e filmati accanto a documenti d’archivio, costumi e fotografie.

Salutando Caruso come “il più grande tenore che sia mai esistito”, la curatrice del museo Laura Valente ha detto ai giornalisti: “Al di là del suo grande talento e della sua straordinaria voce, ha davvero forgiato un nuovo modo di cantare, di esprimersi sul palco, in un certo modo, come ha fatto Maria Callas”.

“Caruso è stato un artista straordinario. La critica dice che è uno dei più grandi tenori di tutti i tempi” – ha detto il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano – “ma direi anche che rappresenta un’immagine positiva di Napoli nel mondo”.

Nato nel 1873, Caruso ha realizzato quasi 250 registrazioni e ha tenuto recital e spettacoli operistici in tutto il mondo.

Una star globale, è stato il primo artista a vendere più di un milione di copie di un disco – Vesti la giubba da Leoncavallo Io Pagliacci – nel 1902.

Tuttavia, nonostante il suo successo internazionale, Caruso giurò di non cantare mai più nella sua città natale dopo le tiepide recensioni della sua esibizione al Teatro S. Carlo nel 1901.

Morì a Napoli nel 1921, all’età di 48 anni, ed è sepolto nel cimitero cittadino di S. Maria del Pianto.

L’ingresso al Museo Caruso è compreso nel biglietto per il Palazzo Reale di Napoli.

Foto Musei Italiani – Twitter

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Cultura

Installazione artistica di Michelangelo Pistoletto distrutta da un incendio a Napoli

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Di Pistoletto Venere degli Stracci è stato installato due settimane fa.

Un’installazione di arte pubblica del celebre artista contemporaneo italiano Michelangelo Pistoletto è stata completamente distrutta da un incendio a Napoli all’inizio di mercoledì 12 luglio.

L’opera monumentale, intitolata Venere degli Stracci O Venere degli stracciè stato installato due settimane fa in Piazza del Municipio, alla presenza dell’artista e del sindaco Gaetano Manfredi.

Michelangelo Pistoletto con il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi all’inaugurazione di Venere degli Stracci in Piazza del Municipio il 28 giugno. Foto Comune di Napoli.

Ancora ignote le cause dell’incendio, sono in corso accertamenti per accertare se il rogo sia stato doloso o frutto di un incidente.

L’opera è stata svelata il 28 giugno nell’ambito dell’iniziativa Napoli Contemporanea 2023 che ha l’obiettivo di dare spazio all’arte contemporanea negli spazi pubblici all’aperto di Napoli.

Pistoletto, che ha da poco compiuto 90 anni, è pittore, action artist e teorico dell’arte ed è uno dei principali rappresentanti del movimento italiano dell’Arte Povera.

Il suo lavoro è attualmente oggetto di una grande retrospettiva al Chiostro del Bramante di Roma.

Foto di copertina Agenzia Nova

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Cultura

Il ministro della cultura italiano fa una gaffe all’evento del premio del libro

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Premio Strega vinto dalla compianta Ada D’Adamo.

Il ministro della cultura italiano Gennaro Sangiuliano è sotto accusa dopo aver insinuato di non aver letto i libri selezionati per il Premio Strega, il massimo riconoscimento letterario italiano, nonostante abbia votato.

Durante la premiazione di giovedì sera a Roma – che ha visto vincere postuma la recentemente scomparsa Ada D’Adamo con il suo libro Vieni d’aria – il presentatore dell’evento Geppi Cucciari ha chiesto al ministro della cultura di dire qualche parola.

“Ho ascoltato le storie che questa sera si esprimono in questi libri selezionati e sono tutte storie che ti catturano e ti fanno pensare” – ha detto Sangiuliano – “Proverò a leggerle”.

Seguì un silenzio imbarazzato, con un Cucciari apparentemente stordito che chiedeva: “Ah… tu… non li hai letti?”

Sangiuiliano ha poi insistito sul fatto di aver letto i libri selezionati – “perché ho votato” – prima di affermare che intendeva dire che voleva “approfondirli”.

“Oltre la copertina, dentro!”, ha scherzato Cucciari, prima di lanciare un applauso al ministro.

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