Il jogger italiano è stato ucciso da un orso maschio, non da una femmina, afferma il nuovo test del DNA.
Gli attivisti per i diritti degli animali hanno chiesto l’immediato rilascio dell’orsa accusata di aver ucciso un corridore nella provincia di Trento settentrionale il 5 aprile, dopo che un nuovo test del DNA ha rivelato che l’uomo è stato ucciso da un orso maschio.
Il rapporto della Scientifica sostiene che i segni dei morsi sul corpo del 26enne Andrea Papi, ucciso da un orso sul Monte Peller vicino alla sua abitazione a Caldes, non sono compatibili con l’orsa catturata dalla Guardia forestale il 17 aprile.
L’orso, noto come JJ4, è stato separato dai suoi cuccioli ed è detenuto in una struttura faunistica a Castellar in un futuro incerto, dopo che i test iniziali hanno concluso che l’animale era responsabile dell’uccisione di Papi.
Il governatore di destra della regione Maurizio Fugatti ha ordinato l’uccisione dell’orso di 17 anni, ma la sentenza è stata sospesa dai tribunali a seguito di un appello di gruppi animalisti.
Il nuovo studio degli esperti, i cui risultati sono stati presentati lunedì dall’associazione per il benessere degli animali LEAL, afferma che Papi è stato ucciso da un orso maschio adulto e non da JJ4.
“I denti di un animale, per la medicina veterinaria forense, hanno lo stesso valore delle impronte digitali umane e quindi la scienza in questo rapporto smentisce le bugie raccontate da Fugatti”, ha scritto LEAL su Facebook.
Il rapporto afferma inoltre che la natura dell’attacco potrebbe essere definita come “un tentativo prolungato da parte dell’orso di allontanare e dissuadere la vittima”, concludendo che non può essere classificato né come attacco deliberato né come attacco predatorio.
Affermando che il nuovo studio “smaschera la farsa costruita ad arte da Fugatti”, LEAL ha chiesto le “immediate dimissioni” del governatore insieme al rilascio di JJ4.
Lo sviluppo arriva nel mezzo di un acceso dibattito sull’opportunità di abbattere gli orsi la cui popolazione è salita a circa 100 esemplari da quando gli animali sono stati reintrodotti in Trentino dalla Slovenia nel 1999 nell’ambito del progetto Life Ursus.
Fugatti sostiene che il progetto sia “sfuggito di mano” e ha più volte chiesto che il numero degli orsi sia ridotto a “un livello adeguato” per garantire una pacifica convivenza con le comunità locali.
Foto La Stampa