Sgarbi affronta le chiamate a dimettersi dopo lo sfogo all’evento del museo.
Un importante politico e critico d’arte italiano sta affrontando richieste di dimissioni per un volgare sfogo durante un evento culturale al MAXXI, museo nazionale di arte contemporanea di Roma.
Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla cultura nel governo di destra di Giorgia Meloni, è stato filmato mentre pronunciava uno sproloquio sboccato in lode del pene e si vantava delle sue conquiste sessuali con le donne.
L’evento, che ha visto protagonista anche il cantante Morgan, si è svolto al MAXXI lo scorso 21 giugno ma le riprese dello sfogo di Sgarbi sono venute alla luce solo in questi giorni.
Nel fine settimana La Repubblica Il quotidiano ha pubblicato una lettera aperta indirizzata al presidente del MAXXI Alessandro Giuli, firmata da 43 dei 49 dipendenti del museo, in maggioranza donne.
La missiva criticava le volgari affermazioni di Sgarbi, affermando che “non coincidono in alcun modo con i valori che hanno sempre contraddistinto il nostro operare all’interno di questa istituzione”.
Nel governo italiano si sta preparando una forte polemica per l’esibizione del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi al Museo MAXXI di Roma, dove si è lasciato andare a insulti, volgarità e frasi sessiste.
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— Momenti folli nella politica italiana (@CrazyItalianPol) 3 luglio 2023
Sulla vicenda è intervenuto il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, affermando che mentre la libertà di espressione deve essere garantita, il sessismo e il linguaggio volgare sono “sempre inammissibili in ogni contesto e ancor più in un luogo di cultura e da parte di chi rappresenta le istituzioni”.
In un’intervista alla tv italiana domenica, il presidente del MAXXI Giuli si è scusato con i dipendenti del museo di cui condivideva il “disagio” e con “tutte le persone che si sono sentite legittimamente offese da una serata che avrebbe dovuto prendere un altro binario”.
Giuli ha detto di condividere pienamente le parole di Sangiuliano, sottolineando che il linguaggio volgare e il sessismo non possono avere alcun posto “nei discorsi pubblici e in particolare nei luoghi della cultura”.
Noto per le sue controverse sfuriate televisive e sui social, Sgarbi, 71 anni, ha dichiarato all’agenzia di stampa ANSA di condividere “parola per parola” la posizione di Sangiuliano.
Tuttavia ha difeso le sue azioni insistendo sul fatto che si esibiva “in uno spettacolo”, piuttosto che apparire nel suo ruolo di sottosegretario alla Cultura, e afferma di essere vittima di “censura”.